Da sinistra Nicola Trimarchi assieme al figlio Lillo |
Appena festeggiati i 70 anni, cosa avvenuta lo scorso 6 marzo, malgrado qualche richiesta arrivatagli anche dalle Serie professionistiche, sembrava seriamente intenzionato a chiudere definitivamente col calcio. A far tornare sui propri passi Nicola Trimarchi, decano del calcio messinese prima da atleta e poi da allenatore anche professionista (è tra i pochissimi a Messina a possedere il patentino di allenatore di Seconda Categoria), è stata l'aria di famiglia del Messina Sud, ossia la società calcistica da lui fondata una decina di anni fa, a S.Margherita, con annesso centro sportivo munito di due campi e nel quale qualche anno fa si allenava anche l'Acr Messina.
E' bastato che il figlio Lillo, attuale presidente del club peloritano, andasse a toccargli le giuste corde dei sentimenti per convincerlo a rimettersi in pista. “Per tre volte a settimana mi dedico agli Esordienti – dichiara un raggiante mister Nicola Trimarchi – con un certo entusiasmo e la voglia di trasmettere ai ragazzini un po' della mia esperienza, anche per dar loro una valvola di sfogo. Sono felicissimo di constatare come mi abbiano accettato, per cui spero di poter vedere nel tempo i frutti del lavoro che sto svolgendo assieme a loro e che apprendano i miei insegnamenti. Mi auguro nascano altri Rizzo e Crimi (calciatori di Reggina e Latina, entrambi formatisi al Messina Sud, ndr), i quali sin dalla loro giovane età dimostravano già le loro qualità. Per il mio modo di ragionare, proprio dai ragazzi della scuola calcio ti arrivano le più belle soddisfazioni. Il calcio giovanile è quello che veramente m'inorgoglisce, in quanto vedi crescere e migliorare i ragazzini a vista d'occhio. Insomma, puoi affermare con certezza che il tuo lavoro può servire a qualcosa”.
Per il suo Messina Sud il mister è disposto a tutto, persino a tramutarsi in operaio pronto a sudare con la carriola come avvenuto qualche settimana addietro, allorquando c'era da tamponare qualche pozzanghera su uno dei campi. Oppure anche a coordinare il servizio d'ordine, ed è il caso del match di sabato scorso con il Cariddi valido per il torneo di Seconda Categoria. “E' fondamentale che i giovani abbiano disciplina e rispetto anche verso l'arbitro e gli avversari. Al di là che “sfondino” o meno nel calcio, ci adoperiamo per lasciare in loro un'impronta per il loro avvenire anche nella vita in genere”.
Un tasto per lui dolente è quello dell'impiantistica comunale a Messina: pur con il proprio consueto “savoir faire”, Trimarchi non esita ad affondare il bisturi nella piaga: “Gli assessori comunali allo Sport degli ultimi 50 anni tutto possono fare tranne che gli esperti di calcio. Dovrebbe essere compito degli enti locali realizzare nuovi impianti o almeno mantenere in condizioni decenti quei pochi esistenti. A Messina invece non accade nulla di tutto questo: è merito di 4-5 privati, compresi noi del Messina Sud, se i ragazzi vengono tolti dalla strada ed hanno l'opportunità di praticare un'attività sportiva. Per quanto riguarda l'impiantistica sportiva pubblica, i nostri amministratori dovrebbero prendere esempio dalla provincia di Catania”.
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