domenica 18 gennaio 2015

Ciccio Ingemi, il fuoriclasse del Pistunina: "Abbiamo tanta fame e voglia di puntare in alto".


Ciccio Ingemi
Appena il mese scorso, al termine del 2014, nel tracciare il bilancio di fine anno, il "mister" Nello Miano non esitò a definirlo un "fuoriclasse". Una definizione per nulla avventata dal momento che Ciccio Ingemi, classe '91, anche in questa seconda stagione al Pistunina, sta confermando sul campo di valere ben altre categorie, peraltro da lui frequentate qualche anno addietro in occasione del torneo di Seconda Divisione disputata nelle file del Milazzo, senza contare i suoi trascorsi nella formazione "Primavera" del Catania. Dopo la partenza a dicembre scorso di Nino De Maria, il fantasista mancino cresciuto nelle file del Camaro sta dimostrando tutta la propria "universalità": oltre a decidere più volte le partite, con autentici pezzi di bravura, in favore del Pistunina (anche sabato scorso è stato l'autore del pari su rigore a Pedara, e si tratta del 3°gol personale della stagione), in più di un'occasione Ingemi ha saputo giostrare con disinvoltura persino da centrale difensivo. Segno d'intelligenza tattica, oltre alla tecnica sopraffina e alla personalità con cui sa spronare i propri compagni nei momenti di difficoltà.
"Sto facendo molto bene, speriamo di continuare così. Mi so adattare a tutto, non solo nel calcio ma pure nella vita. La mia forza è l'umiltà che pochi possiedono. Devo ringraziare la famiglia Pistunina, ha fatto tanto per me. Perciò continuerò a dare il cuore per questa maglia anche a costo di uscire dal campo a pezzi"
Per il Pistunina sarà l'anno buono per i play-off dopo la beffa dello scorso anno? In molti a dicembre pensavano che la perdita di De Maria sarebbe stata incolmabile. E invece senza di lui state facendo risultati forse addirittura migliori. Qual è il vostro segreto?
"Abbiamo fame e tanta voglia di metterci in discussione tutti, dal primo all'ultimo componente la rosa. La forza del Pistunina sono mentalità operaia e umiltà....".
Parliamo adesso di te. In carriera sei stato anche nel settore giovanile del Catania, dove hai avuto la grande chance. Cosa ti è mancato per fare il grande salto nel calcio che conta?
"Io nel calcio che conta ci sono stato anche a livello di Lega Pro, da atleta del Milazzo, giocando anche in stadi con diecimila spettatori. Diciamo che forse non avevo la fame di adesso, ma neppure la dea bendata mi ha dato una mano: penso al modo incredibile in cui mi sono infortunato al ginocchio, dopo l'esperienza di Milazzo, rimanendo fuori un anno e mezzo. Non durante una partita o un allenamento, ma scivolando a causa una banana gettata sulla spiaggia, mentre andavo a godermi la prima giornata di mare".
Ma a 24 anni perché non riprovare a salire di categoria?
"Nella vita a volte si deve essere realisti. Non ha senso giocare in Eccellenza o in Serie D per guadagnare la stessa cifra del mio lavoro, che mi tengo ben stretto. Oppure, come fanno alcuni ragazzi, accontentarsi di appena 300 Euro senza avere neppure un posto di lavoro. Perciò non consento a nessuno di ridere alle mie spalle".
Adesso, da quarto in classifica, il Pistunina si prepara al match casalingo con il Troina, diretto concorrente per i play-off. Senza contare che andrà riscattata la sconfitta esterna nel recupero d'andata "Ci attende un'altra partitissima casalinga, e perciò siamo già carichi e concentrati. D'ora in poi ogni partita sarà una finale. Cercheremo quindi di centrare i play-off arrivando il più in alto possibile".

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