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oggi, per varie motivazioni, sono fortemente tentato dal non iscrivere più il
Pistunina dopo 51 anni ininterrotti di attività. Più avanti, una volta
ascoltati mia moglie, le mie figlie, il ds Mortelliti, Giovanni Capone e gli
altri amici che mi sostengono, valuterò la decisione definitiva da prendere".
C'è tanta amarezza nelle parole di Salvatore Velardo, al termine della
prima e storica stagione del club rossonero nel torneo di Eccellenza,
conclusasi con la retrocessione anticipata ma segnata soprattutto dal grave
lutto della scomparsa del padre Mimmo, storico fondatore del sodalizio nel 1966
e "presidentissimo" venuto a mancare esattamente venti giorni fa all'età di 77 anni.
Giovanni Capone e Salvatore Velardo (Foto Roberto Santoro) |
"Malgrado
mio papà abbia speso la propria vita per il calcio siciliano - attacca il
massimo responsabile dell'Usd Pistunina - ottenendo
la benemerenza e svolgendo anche l'incarico di delegato regionale, nessun alto
esponente della Figc siciliana si è degnato non solo di presenziare ai
funerali, ma persino di trasmettere anche un semplice telegramma di
condoglianze che sarebbe costato loro appena pochi Euro. E questo lo ribadirò
ai diretti interessati non appena verrò interpellato in vista della prossima
stagione. Gli unici rappresentanti federali intervenuti in prima persona, con
grandissima sensibilità, sono stati quelli provinciali, ossia il presidente Leonardo
La Cava e il segretario Carmelo Ferraro".
Poi Velardo traccia un breve bilancio della parentesi in Eccellenza. "La stagione appena conclusa resta una grande
delusione soprattutto dal punto di vista umano, con diversi giocatori che ci
hanno lasciato a metà stagione. Buona parte della colpa è mia, che ho dato loro
troppa fiducia. Ma d'ora in avanti non ci saranno più sconti per nessuno".
Quest'ultima frase lascia intravedere un margine di ripensamento da parte
di Velardo, in merito all'attuale orientamento di far "calare il
sipario" al Pistunina. Tuttavia, almeno ufficialmente, non si pensa ancora
al futuro. Per il resto, in merito alle
responsabilità della retrocessione, lui le divide a metà tra propri demeriti e
direzioni arbitrali avverse. "Non
c'è dubbio che noi abbiamo commesso i nostri errori - spiega ancora Velardo -.
Tuttavia io resto convinto che, visti la squadra di cui disponevamo e il
livello non eccelso di questo girone B di Eccellenza, ci saremmo anche potuti
salvare. Mi restano ancora negli occhi partite come quelle con Città di
S.Agata, Biancavilla e altre ancora nelle quali siamo stati palesemente
danneggiati da arbitraggi all'insegna dell'incompetenza. Spiace dirlo, ma alla
Figc siciliana interessano solo i soldi e, sebbene noi abbiamo sempre onorato
puntualmente le nostre spettanze, non siamo stati tutelati a dovere. Noi non
vogliamo regali ma neppure rimetterci".
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