Rosario Fiumanò (Foto Roberto Santoro) |
Due settimane addietro ha deciso di tornare a
calzare nuovamente gli scarpini da calciatore, esattamente 9 anni dopo averli
appesi al chiodo. E per rimettersi in gioco, a 35 anni (il 31 marzo 2017
saranno trentasei), ha scelto il torneo di Eccellenza e quello stesso Usd
Pistunina che, a fine anni Novanta, aveva affrontato più volte da avversario da
attaccante dell'allora Contesse 2000, dando vita a coinvolgenti derby messinesi
di Prima Categoria tra le gloriose mura "Comunale" di Galati Marina.
Un impianto sportivo di cui ormai resta ben poco, essendo stato devastato dalle
mareggiate degli ultimi anni nonché lasciato nell'incuria.
E' questa la storia recente di Rosario Fiumanò, attaccante classe
'81 cresciuto nel Camaro della famiglia Chiofalo, fucina di tanti talenti tra i
quali due componenti dell'attuale Pistunina: lo zio (fratello della madre) nonché
difensore Mario Foresta, di due anni più anziano, e il direttore sportivo
rossonero Raimondo Mortelliti. Sono stati loro a toccargli le giuste corde
sentimentali, riscoprendo in lui entusiasmi che sembravano ormai sopiti: "Tutto è nato quasi per scherzo -
racconta Saro - quasi su due piedi.
All'inizio ho provato incredulità, dicendo a me stesso che non sarebbe stato
possibile tornare in campo dopo tutti questi anni. Poi, invece, pensandoci ho
sentito dentro qualcosa che mi spingeva a rimettermi in gioco. Anche per vedere
la differenza ed il mutamento che c'è stato in me".
Hai
finora disputato le due gare di Giarre e al "Celeste" con il Città di
S.Agata. Come è andata?
"Sinceramente
credevo di non essere più all'altezza, ma quando indosso gli scarpini calo il
sipario e cerco di fare il massimo. Voglio arrivare nel girone di ritorno più
in forma che mai. Penso che, continuando
a lavorare così, possa nascere davvero
un ottimo gruppo in grado di sviluppare bel gioco. E soprattutto sono convinto
che il Pistunina si possa salvare tranquillamente. Io ci credo, mantenere
l'Eccellenza sarà per noi come ottenere una promozione. Bisogna cementare il più possibile lo spirito
di gruppo, in primis tra noi attaccanti,
e aiutare i giovani: sono loro la nostra
benzina. Dobbiamo mettercela tutta principalmente per questa società, che dimostra
amore per questa maglia, e per mister Nello Miano che fa tanti sacrifici ed
intendo ripagare a livello personale per l'immediata fiducia dimostratami sin
dall'inizio".
Fiumanò mentre lascia spazio a Minissale (Foto Roberto Santoro) |
Cosa
provi a militare in quel Pistunina di cui, a fine anni '90, sei stato fiero
avversario quale calciatore del Contesse 2000?
"Tutto questo mi fa un effetto particolare. Il Pistunina ha avuto sempre
la sua storia, perciò sono fiero di poter indossare questa maglia".
Cosa
ricordi di quei derby tra due grandi presidenti, rivali ma in fondo grandi
amici, come l'impareggiabile Mimmo Velardo e il vulcanico Giovanni
"Gaucci" Gentile? Senza dimenticare poi un grande appassionato, e
persona perbene, come il compianto geometra Francesco Barbera...
"Erano grandi
personaggi che ci davano la carica. Mi ricordo la coppia del centrali avversari
di difesa che cercavano di intimorirmi. Ma anche una bellissima annata a
livello personale nella quale, a soli 17 anni, ceduto dal Camaro al Contesse
2000, realizzai la bellezza di 19 gol. Altri tempi in cui, essendo più giovani,
il calcio era tutto. Oggi invece la precedenza spetta ovviamente ad altri
impegni".
Ma la
tua carriera non si esaurì al Contesse 2000...
"Poi mi
sono trasferito Nelle Marche e precisamente nel Corridonia dove ebbi come
allenatore Massimo Ciocci (ex attaccante dell'Inter, originario proprio del
centro maceratese, ndr). In seguito, nel 2004/05, ho affrontato una bellissima
esperienza all'estero, in Francia, con il Sefa Lorient, disputando un
campionato equivalente alla nostra Serie C. La dirigenza transalpina mi propose
anche un'attività lavorativa, ma non la accettai in quanto cercavo qualche
soluzione in Italia. Da qui la decisione di trasferirmi in Calabria, giocando
prima a Cirò e poi Palmi, sempre in Eccellenza. Ma già nel 2006 avevo scelto,
forse troppo presto detto col senno di poi, di smettere col calcio. Senonché
ebbi un ripensamento...".
Dovuto a
cosa?
"Un
giorno mi incontrò mister Gianni Anna, proponendomi di finire il campionato a
Lipari. Accettai e conclusi, stavolta definitivamente (era il 2007) li
lasciando un ottimo ricordo al tifosi ".
Quale
differenza stai riscontrando tra il torneo di Eccellenza disputato nelle Marche
e quello di Sicilia e Calabria?
"Nelle
Marche ci sono strutture incredibili nelle quali si lavora alla grande, quindi
è normale il miglioramento fisico. In Calabria, fino a quando c'ero io, il
livello era alto con giocatori provenienti dalla Serie C o addirittura anche da
B ed A. Su tutti ricordo l'ex del FoggiaPeppe Fornaciari, di cui sono stato
compagno di squadra, oppure Tommaso Napoli (ex centrale di Licata e Cosenza,
ndr) diventato poi allenatore. In Sicilia vedo delle belle squadre in piazze
dal grande passato come Giarre e Acireale".
complimentoni davvero
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