Peppe Furnari (Foto Roberto Santoro) |
"Per me è come un ritorno a casa, arrivai al Camaro ad appena 15 anni dal Domenico Savio. Sono cresciuto con i principi di Turi Fazzio, al pari di tanti coetanei di allora. Una fiducia confermatami anche dalla famiglia Chiofalo, nel cui periodo ho anche indossato la fascia di capitano".
Sono queste le prime parole di Peppe Furnari da allenatore del Camaro, dopo l'ufficializzazione della guida tecnica avvenuta nei giorni scorsi. Con la consuetà disponibilità il nuovo mister neroverde ha accettato di sottoporsi alle nostre domande di rito.
"Non me l'aspettavo questa chiamata - esordisce -. In questo periodo sono poche le società messinesi in cui si può fare calcio con serietà e il Camaro è tra queste. Sotto questo aspetto persone come Pasquale Rando rappresentano una garanzia assoluta. Lui è uomo dalla grandissima esperienza calcistica, non soltanto tecnica ma anche organizzativa, e mi metterà nelle condizioni ideali per lavorare facendomi dormire sonni tranquilli. Il Camaro mi consente di tornare in Promozione, dopo il doppio esonero rimediato con Riviera e Messana. Non per accampare scusanti, ma si trattava del mio primo affaccio. Perciò voglio dimostrare di poter dire la mia nella seconda serie regionale".
Quale sarà la sua impronta?
"Cercherò di costruire un gruppo solido e che abbia voglia di lottare, sempre per portare in alto il nome del Camaro. Siamo d'accordo con la società sul fatto che non ci vogliano nomi altisonanti ma gente che formi un gruppo coeso e che abbia fame, cosi come avvenuto nelle mie precedenti esperienze con la Messana. Prima gli uomini e poi i giocatori: così la pensiamo la dirigenza e il sottoscritto".
Sotto quest'aspetto un ottimo lavoro è stato compiuto dal suo predecessore Ciccio Romeo. Quanto erediterà da lui?
"Sono fortunato nel subentrare a un amico come Ciccio. Lo conosco da dieci anni, prima da compagno di squadra e poi da suo giocatore al Real Messina ho avuto modo di confrontarmi e d'imparare da lui condividendo molti aspetti della visione del calcio. Ho ammirato il suo 4-3-3, anche se poi i moduli tattici contano relativamente, ma soprattutto il suo coraggio di assumersi in toto qualsiasi responsabilità. Anche quest'ultimo aspetto ci accomuna a 360".
Cosa ti è rimasto delle due stagioni con la società del presidente Ammirata?
"Alla fine mi resta comunque un bel ricordo. Da neopromossi in Promozione la nostra partenza non è stata delle migliori. Probabilmente, non disponendo di grossa disponibilità economica, ci sarebbe voluto un periodo di adattamento nella categoria, facendo fronte comune come nella precedente stagione in Prima, in cui rimontammo in modo entusiasmante vincendo i play-off. Stavolta invece la società ha preferito intervenire sulla guida tecnica, ma mi pare che fin quando ci sono stato io il nostro ritardo in classifica era di sole 3-4 lunghezze, anche a causa di alcune immeritate sconfitte, e ci sarebbe stato tutto il tempo di rimediare. Ma nel calcio ci sta anche questo, per cui personalmente non coltivo alcun rancore".
Prossime mosse operative con il Camaro a livello di staff tecnico, composizione dell'organico di squadra e date d'inizio della preparazione precampionato?
"E' ancora molto presto, per cui ci stiamo muovendo con molta calma. E' prematuro ad esempio fare nomi di giocatori, personalmente mi limiterò a indicare le caratteristiche degli stessi, mentre al resto ci penserà la dirigenza,- in primis Pasquale Rando. Se sono aziendalista? è questione di aziendalismo, ma di distinzione dei ruoli e di comunione d'intenti che devono esistere tra la dirigenza e l'allenatore. E noi siamo sulla stessa lunghezza d'onda".
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