Mauro Simoni (Foto Roberto Santoro) |
"Sono tornato
soprattutto perché lì (in Emilia Romagna, ndr) non mi trovavo più bene anzi -
a dir la verità - non mi sono mai trovato bene e siccome sentivo nostalgia
della mia terra (Messina, ndr) ho fatto questa scelta". Assoluta
schiettezza e sincerità nelle parole di Mauro Simoni, piacentino di nascita ma
cresciuto a Messina il cui richiamo - in termini di amicizie e sentimenti - è
stato così forte da indurlo a rientrare sullo Stretto dopo un campionato di
Eccellenza disputato nella Portuense, storico club di Portomaggiore (Ferrara)
fondato nel 1928.
E così il diciannovenne portiere, cresciuto nel Garden Sport, ha
deciso di accettare l'offerta del Milazzo con cui, peraltro, si stava allenando
già da diverse settimane. "Ho scelto
Milazzo innanzitutto perché é una bella piazza e poi posso lavorare con un
signor portiere come Agostino Di Dio. Per me questa è una sfida e io adoro le
sfide. Penso che sia un gruppo fantastico ed
importante in grado di fare bene".
Su qualche
organo d'informazione ferrarese, si vociferava anche di un'offerta proveniente
da Taormina.
"Non ne sapevo nulla, ma credo che non ci sarei comunque andato
avendo avuto degli screzi con il preparatore dei portieri".
Il pensiero corre subito a papà Gigi. Lo vedremo rientrare in
panchina?
"Mio padre é fermo ormai da tre anni, perché una persona troppo pulita -
in questo calcio pieno di gente sporca - prima o poi si stanca e decide di
fermarsi".
Quali qualità
calcistiche e umane hai ereditato da lui?
"Da mio padre
ho preso tutto tranne la cosa più importante, ovvero la testa".
Nessun commento:
Posta un commento